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In difesa di Dudley Dursley

23 Gennaio 2018 gian-tucc 4 min read

In difesa di Dudley Dursley

23 Gennaio 2018 Neville 4 min read

A dispetto delle parole di zia Petunia, sappiamo tutti che Diddino Piccino non è un angioletto. Tuttavia, anche lui ha subito una trasformazione nel corso dei libri: ecco perché Dudley Dursley merita una possibilità.


Dobbiamo ammettere che è una missione difficile cercare di difendere Dudley Dursley: ha bullizzato senza pietà suo cugino Harry, rendendo la sua vita un vero e proprio inferno, ed è stato sempre prepotente e viziato, oltre che violento a scuola. Insomma, era un incubo. Tuttavia, diventa interessante chiedersi come mai Dudley sia diventato così; una prima attenzione va dedicata ai suoi genitori, che hanno viziato il ragazzo al punto che è andato su tutte le furie quando ha scoperto di aver ricevuto solo trentasette regali per il suo compleanno. Non possiamo dire di star difendendo del tutto Dudley, ma – considerando l’educazione che ha ricevuto – pensiamo meriti una possibilità.


Quando Dudley Dursley ha fatto la sua prima apparizione dei libri, ci è parso chiaro da subito di quanto ne fossero gelosi i genitori:

I Dursley avevano un figlioletto di nome Dudley e secondo loro non esisteva al mondo un bambino più bello.

Eppure… non sembrava così carino. È stato viziato sin da piccolo: per sua madre è stato difficile farlo salire sul seggiolone, mentre suo padre non ha potuto ricevere un bacio in quanto Dudley era in preda a uno dei suoi soliti capricci. Invece di impartire al proprio figlio educazione e disciplina, Vernon ridacchiava orgogliosamente al suo piccolo bambino, e così iniziarono i problemi. In conclusione: sin dalla nascita, a Dudley era stato insegnato che la violenza e le urla gli avrebbero permesso di ottenere ciò che voleva. Esempio lampante è il giorno del compleanno, in cui Dudley, infuriatosi per aver ricevuto “solo” 37 regali, ha dato prova del suo immenso egoismo; invece di dire a suo figlio di essere grato per quello che aveva ottenuto, Petunia ha rafforzato in lui la convinzione che potrà sempre ricorrere ai capricci.


Rispetto al modo in cui i Dursley hanno allevato Harry, Dudley ha avuto un’infanzia assai più facile, che in un certo senso gli ha compromesso l’intera vita: sostanzialmente soffocato dai suoi genitori, Diddino si è trasformato in una “versione ridotta” di Vernon (tale padre, tale figlio). L’eccessivo amore dei coniugi Dursley ha decisamente contribuito a plasmare gli atteggiamenti di Dudley, per i quali lo stesso Silente sembra incolpare Petunia e Vernon:

«Non avete fatto come vi ho chiesto. Non avete mai trattato Harry come un figlio. Con voi non ha conosciuto altro che abbandono, e spesso crudeltà. Il meglio che si possa dire è che almeno è sfuggito al terribile danno che avete inflitto al disgraziato ragazzo seduto tra voi.


Certamente, Dudley è stato per anni un bambino orribile, ma era solo circondato da una sicurezza generale scaturita dalla prepotenza a cui i genitori lo avevano abituato. Aveva bisogno di liberarsi di tale condizione, e sicuramente ha conosciuto un decisivo cambiamento in occasione dell’attacco dei Dissennatori a Little Whinging. L’esperienza lo ha lasciato completamente confuso e traumatizzato, ed è stato Harry a salvargli la vita e a portarlo a casa. In un primo momento, eravamo furiosi nel vedere che questo evento non aveva portato in Dudley neanche un briciolo di gratitudine: appena tornato dai genitori, aveva incolpato Harry dello stordimento. Tuttavia, in seguito qualcosa è cambiato in Dudley…


Tutto iniziò con una tazza di tè freddo. Qualche giorno prima del suo diciassettesimo compleanno, Harry si sveglia e trova fuori dalla porta della camera una tazza di tè e, calpestandola e mandandola in frantumi, crede si tratti di uno scherzo di Dudley. Ma ben presto dovrà ricredersi: Dudley si è addolcito, si tratta di un gesto di affetto. Che sarà confermato in seguito, con una stretta di mano. Harry sta per lasciare i Dursley per sempre: a questo punto, è come se Dudley avesse un’improvvisa ondata di rimpianto per tutti quegli anni trascorsi a maltrattare il cugino.

Dudley si liberò con dolcezza dalla presa della madre e avanzò verso Harry, che dovette reprimere il desiderio di minacciarlo con la magia. Poi tese la manona rosea.

«Accidenti, Dudley» disse Harry, sovrastando i rinnovati singhiozzi di zia Petunia, «i Dissennatori ti hanno soffiato dentro un’altra personalità?»

«Non so» bofonchiò Dudley. «Ci vediamo, Harry».

«Sì…» rispose Harry, afferrò la mano di Dudley e la strinse. «Magari. Stai bene, Big D.»

Dudley quasi sorrise, poi uscì dalla stanza.

Eccolo lì, in uno dei momenti più intensi di sempre (ovviamente rimosso dalla trasposizione cinematografica): dopo essere stato soffocato così a lungo dai genitori, Dudley prova compassione, e ha il coraggio di prendere una propria decisione su qualcosa. Non reputa più Harry uno spreco di spazio. C’è la speranza di spianare la strada a un Dudley migliore, più libero, e gentile. L’evoluzione del personaggio è ormai completata: Dudley Dursley ha ottenuto un riscatto.


 

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