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Il labirinto degli Horcrux: la nostra esperienza

25 Agosto 2017 nico-dido 6 min read

Il labirinto degli Horcrux: la nostra esperienza

25 Agosto 2017 Albus 6 min read

Tutto è iniziato quando un mesetto fa ricevetti in chat il link a un evento su Facebook. Si parlava di andare in un labirinto, trovare degli Horcrux e respingere i Dissennatori. Il tutto a meno di 40 minuti di macchina da dove vivo.


La squadra

Per partecipare a questo labirinto era prima necessario formare una squadra, da due a sei componenti, e scegliere una Casa per la quale giocare. Noi eravamo in cinque: due Corvonero (fra cui il sottoscritto), una Grifondoro e due Serpeverde. Per evitare di stare a perdere giorni interi a scegliere per quale Casa partecipare, abbiamo deciso di offendere tutti in egual misura, unendoci ai Tassorosso, sotto il nome de Gli Occamy.


Inizia l’avventura! Forse…

Tutti carichi, organizziamo due macchine, puntiamo il nostro amatissimo Google Maps sull’indirizzo del Labirinto Dedalo (la sede dell’evento), e ci mettiamo in marcia. Ormai arrivati, il navigatore ci manda verso una lunga strada sterrata privata, in mezzo al nulla alla campagna cervese. In fondo alla strada, ci accoglie una signora che ci dice molto allegramente che abbiamo sbagliato strada e che quella è la sua casa. Inoltre, ci dà le indicazioni per raggiungere la nostra destinazione. Finalmente arriviamo alla nostra vera destinazione e ci fermiamo a mangiare qualcosa seduti su delle balle di fieno.

Accanto a noi, subito sotto una piramide di altre balle di fieno, c’è uno stand con tanti gadget potteriani di tutti i tipi: dalle bacchette ad action figure, da sciarpe a caramelle Tuttigusti+1 e Burrobirra.

Arrivano le 19:30, ora di apertura delle iscrizioni. Noi, previdenti, ci siamo subito messi in fila, perché fin dalle sette di sera ci siamo accorti di un problema. Per la serata del 19 si erano prenotate circa un migliaio di persone, tutte impazienti di registrarsi per partecipare al gioco. Morale della favola, gli ultimi arrivati si sono subiti quasi due ore di fila, a causa delle poche persone addette al check-in delle squadre. A noi tuttavia va bene perché siamo fra i primi della coda e riusciamo nell’impresa dopo solo 15 minuti di fila.

Nel frattempo, compare questo simpatico ragazzo, preside della scuola di magia e stregoneria di Sapius, che ci spiega velocemente le regole del gioco.


Le regole

A ogni squadra vengono forniti due fogli: uno con sette gettoni, e uno che tiene traccia degli Horcrux da trovare/trovati, l’orario di ingresso e uscita dal labirinto, il nome della squadra e se questa gioca per i buoni o i cattivi.

All’interno del labirinto sono nascosti sette professori; pagando un professore con un gettone, egli propone una prova alla squadra: se la supera, viene conquistato un Horcrux, che vale 100 punti.

Sparsi lungo il tracciato vi sono i cosiddetti Incantesimi, degli starlight che se raccolti valgono ognuno 5 punti.

Infine, all’interno del labirinto vi sono anche quattro Dissennatori, il cui loro compito è quello di attaccare le squadre che incontrano. Questi possono essere respinti in due modi: il primo è pagandoli con metà degli starlight in possesso alla squadra, mentre il secondo è lanciare un Incanto Patronus contro di loro.

Vince la squadra che totalizza il maggior numero di punti. Viene fatta entrare nel labirinto una squadra ogni cinque minuti. Il tempo massimo dentro il labirinto è due ore a squadra, dopodiché verranno applicati dei malus al punteggio.

La squadra vincitrice avrebbe vinto una splendida coppa Tremaghi da mostrare fieramente sulla mensola!


Si entra nel labirinto!

Finalmente arriva il nostro turno per entrare alle 21:10. Ad accoglierci ci aspettano due Auror (i ragazzi in foto), che ci spiegano di nuovo le regole e chiariscono gli ultimi dubbi dei partecipanti sulle meccaniche del gioco.

Torcia alla mano, iniziamo a girare con in mente la regola più o meno universale dei labirinti: muoviti tenendo la mano destra sulla siepe. Regola prontamente eliminata dopo due minuti. Dopo mezz’ora circa di girare a vuoto al buio, troviamo il primo professore! Lo paghiamo e dà a un membro della nostra squadra un laser. La sfida consisteva nel percorrere con il laser un tracciato senza toccare i bordi. Successo al primo tentativo e primo Horcrux conquistato!


Di qua! No, di là!

Superato il primo momento di eccitazione, iniziano i problemi. Ci allontaniamo dal professore, e veniamo attaccati da un Dissennatore, che prontamente respingiamo via a suon di Incanto Patronus.

Arriviamo a una sorta di radura, con ben otto vie, gremita di gente che vaga senza meta, nella speranza di inciampare in qualche professore. Non sapendo dove avrebbero portato quelle strade, decidiamo di percorrerle tutte, una ad una. Arriviamo a un numero incalcolabile di vicoli ciechi, che prontamente ci riconducono verso la radura.

Solo dopo un’altra mezz’ora riusciamo a trovare una professoressa, che ci sottopone a una prova di coppia. Io e la mia ragazza ci dovevamo tenere abbracciati su un ceppo di legno piuttosto stretto, e abbiamo dovuto fare due giri completi mentre pronunciavamo a ripetizione “balbettante bambocciona banda di babbuini”. Anche qui abbiamo avuto successo al primo tentativo, e incameriamo un altro Horcrux.

Dopo questa prova, il vero dramma. Stiamo dentro al labirinto per un’altra ora e mezza a girare come delle anime in pena, inseguiti ogni tanto da qualche Dissennatore. Passiamo alla modalità disperazione: chiediamo alle altre squadre dove siano gli altri professori che ci mancavano. Ogni tanto qualcuno ci dice che ci sono in giro altre prove da fare (e quando chiediamo dove sono nessuno sa risponderci), mentre la stragrande maggioranza delle persone che abbiamo incontrato sono riuscite a ottenere i nostri stessi due Horcrux.


Fine dei giochi

Sconfitti, demoralizzati e piuttosto stanchi (si erano fatte le 23:20, non ci siamo fermati un attimo e non abbiamo trovato più nessun professore manco a pagarlo), decidiamo di uscire. O meglio, ci proviamo. Già, perché essendo buio pesto e non avendo mappe con noi, non sappiamo dov’è l’uscita.

Quindi decidiamo di “barare”: tiriamo fuori il cellulare (che sorprendentemente prende), accendiamo il GPS e apriamo Maps. Sapendo ora da che parte andare, ci facciamo molto lentamente strada verso l’uscita. Nel frattempo, si uniscono alla nostra ricerca verso la libertà altre quattro squadre.

Dopo altri venti minuti abbondanti di girovagare a vuoto, vediamo la luce in fondo al labirinto. Appena prima di uscire veniamo informati che non troppo lontano vi sono due altri professori. Li troviamo in relativamente poco tempo e superiamo le loro prove: la prima consisteva nel dare il nome ad alcune creature magiche; nella seconda un membro della squadra doveva mettere le mani dentro a una bacinella di un liquido opaco non ben identificato e identificare solo tramite il tatto quali oggetti si trovavano al suo interno.

Finalmente usciamo da quel girone dantesco che è stato il labirinto. Non lo nascondo, mi sono divertito molto, ma dire che è stato frustrante è dire poco.


Commenti e considerazioni

In conclusione, ecco le mie impressioni su questa serata a dir poco unica nel suo genere:

  • Ho trovato l’esperienza tanto divertente quanto frustrante.
  • Gli incantesimi erano introvabili, dato che solo le prime squadre a entrare sono riuscite a prenderli.
  • A che è servito specificare se la nostra squadra era dei buoni o dei cattivi? Mistero.
  • I Dissennatori sono stati una bella trovata, mi sono sentito proprio un mago a respingerli.
  • Abbiamo scoperto a nostre spese che il labirinto Dedalo è immenso. Sarebbe stato gradito restringere il campo da gioco, per evitare di rendere tutto troppo dispersivo.
  • Fare la fila per fare delle prove non è stato il massimo, forse sarebbe stato meglio fare più giornate con meno persone. Questo avrebbe anche risolto il problema delle file interminabili per registrarsi.
  • Avrei apprezzato se i professori fossero stati segnalati con dei faretti ben visibili in cielo, o se ci fosse stata data una sorta di mappa. Di notte (non c’era nemmeno la Luna a darci uno straccio di punto di riferimento!) orientarsi rasenta l’impossibile.
  • Alla nostra squadra è andata bene, ma per registrare tutti c’è voluto veramente troppo.

In ogni caso, ho visto che gli organizzatori sono stati molto aperti a suggerimenti e critiche, e sono piuttosto fiducioso che il prossimo anno (sempre che decidano di riproporre l’evento) saranno organizzati meglio, e noi di Eate saremo di nuovo in prima linea a partecipare!

Se sei sorpreso/a che Eate ha partecipato a un evento, ti stupiremo di nuovo qui!

Si ringrazia per alcune foto Caterina Cesari Ph.

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Albus
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La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda... di accendere la luce.

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