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Nicolas Flamel: verità o leggenda?

10 Ottobre 2017 mari-gard 4 min read

Nicolas Flamel: verità o leggenda?

10 Ottobre 2017 Luna 4 min read

Harry Potter e la Pietra Filosofale ci ha fatto conoscere un sacco di fantastici miti legati al mondo magico. Uno di questi riguarda un alchimista realmente esistito che ha ispirato tante storie e leggende: Nicolas Flamel.

In Harry Potter e la Pietra Filosofale, Nicolas Flamel è l’unica persona conosciuta ad aver creato con successo la Pietra Filosofale, un oggetto capace di trasformare il metallo in oro e garantire l’immortalità con il suo Elisir di Lunga Vita (a tal proposito, scopri tutti i modi per vincere la morte nel Mondo Magico in quest’articolo!).

Il 665enne Nicolas Flamel, insieme alla moglie 658enne Peronella, ha fatto uso dell’Elisir. Dopo aver vissuto più di sei secoli nel Mondo Magico si sono ritirati a una vita tranquilla.

Ma chi è, davvero, Nicolas flamel?

Il vero Nicolas Flamel era un libraio probabilmente nato nel 1330 a Pontoise, vicino a Parigi. Ecco perché, nel primo libro, si dice che l’alchimista ha 665 anni, testimoniando il suo utilizzo dell’Elisir di Lunga Vita. Come ha fatto un libraio francese del 14° secolo a diventare il punto di riferimento dell’alchimia tanto da entrare a far parte del mondo magico?

Nicolas Flamel era un libraio

L’uomo

J.K. Rowling ci dice che il Flamel del Mondo Magico ha conosciuto sua moglie Peronella a Beauxbatons. Anche se non sappiamo dove i due realmente si incontrarono, è vero che il nome della moglie era proprio Peronella (in francese Perenelle). Vedova per due volte, trova finalmente sicurezza nel matrimonio con Nicolas.

Dopo che si sono sposati, Flamel ha continuato a lavorare come libraio. La coppia era relativamente ricca: i due avevano diverse proprietà e avevano anche donato dei soldi alla chiesa cattolica francese. La loro ricchezza e la filantropia divennero parte della leggenda che ha circondato la reputazione postuma di Flamel come alchimista.

Le cronache ci dicono che Flamel morì nel 1418. Venne seppellito a Parigi sotto una lapide da lui stesso disegnata. Le sue volontà, datate 1416, lasciano la maggior parte della sua biblioteca al nipote Perrier, di cui si sa poco.


Il sogno

A un certo punto, i fatti storici iniziano a mescolarsi con i racconti. Infatti, alcune persone non credono sia morto veramente: ci sono documenti a testimonianza del fatto che lui e Peronella hanno finto la loro morte e sono scappati in India. Chiaramente, da questo presupposto viene costruita la leggenda sulla loro immortalità.

L’interesse di Flamel per l’alchimia sembra sia iniziato con un libro. Si dice che, un giorno, uno straniero sia andato da lui con un raro manoscritto. Flamel lo riconobbe perché, non molto tempo prima, aveva fatto un sogno nel quale un angelo con un libro in mano gli diceva: “Un giorno vedrai qui dentro qualcosa che nessun altro riuscirà a vedere”


Il libro

Questo misterioso libro è stato scritto da un uomo di nome Abramo l’Ebreo. Era scritto in greco e altre lingue che Flamel non poteva capire, incluso l’ebraico. Era anche pieno di sorprendenti simboli che Flamel realizzò essere istruzioni per l’alchimia.

Flamel ha probabilmente passato più di vent’anni cercando di decifrarlo tutto. Quando Parigi non poteva più fornirgli alcuna risposta, si è spostato in Spagna per cercare una scuola ebraica. Qui incontrò Maestro Canches, un dotto ebreo che viveva a Leon.

Canches riconobbe Abramo l’Ebreo come uno dei primi maestri della tradizione mistica ebraica della Cabala e tradusse le poche pagine che Flamel aveva con sé, accettando di tornare con lui in Francia e di tradurre il resto del libro. Sfortunatamente, si ammalò durante il viaggio e morì prima di arrivare a Parigi.

Fortunatamente per Flamel, Canches gli aveva insegnato abbastanza. Nei successivi tre anni lui finì di tradurre il libro, imparando i segreti dell’Ermetismo, una tradizione esoterica basata sulle scritture divine di Ermete Trismegisto.


Flamel: una leggenda

Chi crede che Flamel abbia usato il Libro di Abramo l’Ebreo per creare la Pietra Filosofale pensa che lui poi sia diventato ricco. Apparentemente, la sua incredibile ricchezza e generosità ha attirato l’attenzione di Carlo VI, che ordinò un’investigazione riguardo a Flamel, senza scoprire nulla di interessante.

Altri dicono che non ci sono prove che Flamel abbia mai avuto a che fare con l’alchimia, e i racconti riguardo al misterioso libro sono solo storie inventate. Altri ancora credono che il personaggio di Flamel sia stato inventato nel 17° secolo da alcuni editori in un tentativo di vendere vecchi libri di alchimia.

Carlo VI ordinò un'investigazione riguardo a Flamel

Reputazione postuma

La reputazione di Flamel è stata alimentata da un gran numero di libri che gli sono stati attribuiti dopo la sua morte. Uno di questi è “Il Libro delle Figure Geroglifiche”, pubblicato a Parigi nel 1612. A partire dalla metà del 17° secolo, Flamel è iniziato a diventare una vera e propria leggenda, con avvistamenti segnalati e figure storiche come Isaac Newton che si riferiscono a lui come al prodigio dell’alchimia.

L’interesse tornò vivo nel 19° secolo, quando Flamel viene menzionato nel libro di Victor Hugo “Il Gobbo di Notre Dame”. Si dice inoltre che il compositore Erik Satie fosse affascinato da lui; il massone Albert Pike lo cita nel suo libro “Morale e Dogma”, fondamento logico e filosofico della massoneria. Che credessero o no se fosse ancora vivo è un’altra cosa, ma tutti questi personaggi lo identificano come un grande alchimista.

Flamel

Spostandoci nel secolo scorso, così come in “Harry Potter e la Pietra Filosofale”, Flamel viene menzionato in alcuni libri come “Il Pendolo di Foucault” di Umberto Eco nel 1988 e “Il Codice Da Vinci” di Dan Brown nel 2003.


Anche se il vero Flamel può non essere stato un alchimista, anche senza l’Elisir di Lunga Vita, la sua reputazione leggendaria lo ha certamente reso immortale.

Fonte: Wizarding World

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Se metti buona volontà il mondo tutto ti darà. Però se tu non rischierai... Nulla mai rosicherai.

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